Lo scorso Consiglio Comunale il gruppo Primavera ha formalizzato mediante interrogazione all'assessore e membro della Fondazione Bazzi Oliva Quaia la richiesta di incontro pubblico formulata (a maggio 2013 e presto dimenticata) per fare chiarezza sulla gestione del parco di S.Floriano.
Si interroga l’assessore e membro della Fondazione Bazzi Oliva Quaia sulla data in cui tale incontro pubblico avrà luogo, chiediamo nel frattempo di avere un primo ragguaglio riguardo la situazione patrimoniale della Fondazione, sulla sua capacità di solvenza nel lungo periodo nei confronti dei lavoratori operanti sul colle, sul piano di gestione di tali lavoratori, sui progetti futuri che la Fondazione sta predisponendo nel mantenimento della vocazione ambientale, didattica e naturalistica che ricordiamo il parco deve mantenere e quali risultati ci si aspetta di ottenere in che tempi.
La risposta arriva invece dal sindaco, che sostanzialmente non risponde alle domande sollevate e rimpalla la responsabilità all'autonomia di gestione della Fondazione, come se il Consiglio Comunale non avesse appena rieletto presidente Aldino Micco pagando ancora dazio alla determinante presenza della LegaNord sul territorio di Polcenigo.
Per chi fosse arrivato da poco vi riepilogo gli ultimi anni del parco in sintesi: nel 2010 l'amministrazione Tondo nella figura dell'assessore LegaNord Claudio Violino chiude i rubinetti all'europarco, fiore all'occhiello di Polcenigo. Non si sa più dove trovare i soldi per la gestione della fattoria didattica e le coltivazioni biologiche, si hanno grosse difficoltà di manutenzione. Alla guida della Fondazione Bazzi l'amministrazione Del Puppo sotto pressione LegaNord nomina Francesco Franco, che prima fa un tentativo di privatizzazione, poi gli va male e scappa. Al suo posto imperterriti i nostri amministratori nominano un altro leghista: Aldino Micco che raccoglie i cocci di una gestione che va verso lo scatafascio, s'inventa il passaggio ad agriturismo per fare cassa ma evidentemente l'operazione non ha il successo sperato, visto che il commercialista che seguiva il parco abbandona l'incarico e solo a settembre 2013 (dopo molta pressione da parte Primavera) porta in Consiglio d'Amministrazione il bilancio 2012. Un documento fondamentale per la gestione dell'Ente, in ritardo d'approvazione d'un anno abbondante, che non viene nemmeno messo ai voti per evitare l'imbarazzo d'esser bocciato. Del bilancio 2013 per ora non v'è traccia, in palese contraddizione con lo statuto della Fondazione. Nel frattempo si fa finta di niente e in occasione della Sagra dei cesti, come rivendicato dal sindaco nella risposta alla nostra interrogazione, il Parco di S.Floriano presenta le iniziative d'autunno 2013. Il presidente della fondazione non presenzia per evitare domande, tutto l'onere viene scaricato alla neoeletta segretaria lasciata sola sul palco. Più che del parco si presentano le iniziative attinenti alle attività dell'associazione Gr.O.P. mai discusse in Consiglio d'Amministrazione, che si basano su dei preventivi di spesa ignoti in una totale mancanza di trasparenza gestionale e decisionale.
In questi giorni sembra i nodi stiano venendo al pettine e sono prossime le riunioni del CdA della Fondazione in cui si porteranno in approvazione il bilancio 2012 ed il preventivo/consultivo 2013. Finalmente.
Fino a quel momento non c'è dato prospettare quale sia il futuro possibile per il parco di S.Floriano, ma possiamo basarci sui fatti per considerare la gestione affidata agli uomini LegaNord Violino/Franco/Micco parecchio deludente (per esser buoni) e molto poco trasparente. L'amministrazione Della Toffola ha la precisa responsabilità politica d'aver scelto di dare continuità alla discutibile gestione di Micco e da questi ora ne deve pretendere trasparenza prima di tutto, oltre che le risposte alle nostre interrogazioni, per avere un punto di partenza per la progettazione futura. Progettazione che non può rimandare la necessità di revisione dello Statuto, sottraendo il parco a criteri di opportunismo politico e inserendolo, nel rispetto della sua vocazione pubblica/naturalistica/didattica, in un piano di gestione di prospettive più ampie che ridurlo ad agriturismo o vigneto.