mercoledì 15 luglio 2009

336 esima


Molte tradizioni stanno scomparendo. Tanto tempo fa, specialmente con la bella stagione, nel dopocena ci si ritrovava agli incroci delle proprie vie con altre persone del proprio quartiere per fare quattro chiacchiere, in questo modo si conoscevano i propri vicini e il proprio quartiere stringendo amicizie e aiutandosi nelle difficoltà. I tempi sono cambiati e il modello di vita che domina ora è più orientato verso: "frega il prossimo tuo e quando sei a posto tu non pensare a nessun'altro". Non è da stupirsi quindi se le associazioni locali sono un po' in difficoltà, finché c'è gente che dice "Io alla ProLoco faccio volontariato, vuol dire che ci lavoro se ho voglia" e poi ha anche il coraggio di presentarsi in lista per le amministrative.
In qualche occasione speciale una volta ci si ritrovava tutti nella sagra del Paese per ballare il liscio. Tempo un paio di generazioni e il liscio alle sagre non lo ballerà più nessuno, resteranno solo stand di grigliate, al termine delle quali la gente non trovando niente da fare tornerà dopo un giretto veloce nelle proprie case. Le sagre di paese così come sono concepite oggi sono destinate ad estinguersi se non si evolveranno seguendo i tempi. Così come la sagra di Polcenigo che fa chiudere la musica in piazza il sabato sera a mezzanotte non potrà mai attirare gente.
Agli incroci di Polcenigo dove i nostri nonni si sedevano raccontandosi le proprie vite la sera noi ci passiamo velocemente in macchina, per andare verso Sacile o in qualche altro posto dove passare la serata fino a tardi. I catalizzatori generali della vita sociale sono diventati unicamente i bar e i locali notturni e mentre per i nostri nonni scambiare due parole seduti su un muretto non serviva spendere una lira, nei locali da pochi e diversi euro abbandonano sempre le tue tasche. Le serate sono diventate quindi delle cose impegnative, da fare nei fine settimana principalmente perché sennò divertimento a parte diventa dura mettere qualcosa da parte.
La società com'è normale si sta evolvendo contaminandosi con quello che le arriva da televisione internet e giornali, il problema è che nessuno la sta interpretando. Nessuno cerca di vedere da dove siamo partiti, di creare un legame con quello che era teampo fa e incentivare gli aspetti positivi di quello che succede oggi. Non dico spingersi ad interpretare il futuro, ma se guardiamo verso le poche realtà in Comune che hanno provato di creare qualcosa di attuale, ossia il bar lo spritzetto e il pub i 4 dell'apocalysse (senza inventare niente) si vede che hanno riscosso buon successo. Perché il Comune non prova in vista della prossima sagra dei sèst a mantenere viva la tradizione introducendo qualcosa di moderno che dia linfa nuova ad una manifestazione sennò ormai logora? Basterebbe anziché una costellazione di piccole cose dispersive un'unico evento significativo o almeno un tentativo.

PS. non mi sto riferendo alle bancarelle di caramellai che infestano il Cial de Brent, per carità.

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