Una cosa bella dell’era di internet è che inserendo in un motore di ricerca due parole chiave in meno di un secondo puoi avere a disposizione immagini e documenti a cui decenni fa avevano accesso solo gli specialisti del settore. Ecco che vi propongo di cercare “consolidamento spondale” su google e confrontare i risultati e le immagini con quanto realizzato, non so ancora da che ditta e sotto quale direzione dei lavori, sull’Artugna in località Fontaniva.
Senza spingerci troppo nel dettaglio, un intervento ben fatto prevede innanzitutto di contenere l’erosione della scarpata e facilitare lo sviluppo della vegetazione. Ci sono un sacco di tecniche possibili, dall'inserimento di geocelle in polietilene, vari interventi di ingegneria naturalistica, utilizzo di stuoie. Non serve una laurea in ingegneria idraulica per capire che mettere solo dei grossi massi (che il torrente in piena ha già dato ampia prova di poter dissestare e sballottare) e non fissarli pure con niente, neanche del calcestruzzo, è uno spreco di risorse che potevamo evitarci.
L’intervento realizzato è evidentemente frettoloso, raffazzonato e privo di progettualità. Mi domando cosa abbiano lasciato a fare quel muretto, che in autunno la forza della corrente ribalterà e romperà. Altrettanto triste destino, ma forse impiegandoci qualche piena in più, succederà ai profili delle sponde, costituiti solo da sassi di granulometria varia. Nel frattempo sembra che ci siamo arresi a sistemare l’altro guado (tra le vie Pordenone e Sacile) e tutto sommato, piuttosto che buttar via ancora denaro pubblico per interventi ridicolmente inutili, meglio così.
Senza spingerci troppo nel dettaglio, un intervento ben fatto prevede innanzitutto di contenere l’erosione della scarpata e facilitare lo sviluppo della vegetazione. Ci sono un sacco di tecniche possibili, dall'inserimento di geocelle in polietilene, vari interventi di ingegneria naturalistica, utilizzo di stuoie. Non serve una laurea in ingegneria idraulica per capire che mettere solo dei grossi massi (che il torrente in piena ha già dato ampia prova di poter dissestare e sballottare) e non fissarli pure con niente, neanche del calcestruzzo, è uno spreco di risorse che potevamo evitarci.
L’intervento realizzato è evidentemente frettoloso, raffazzonato e privo di progettualità. Mi domando cosa abbiano lasciato a fare quel muretto, che in autunno la forza della corrente ribalterà e romperà. Altrettanto triste destino, ma forse impiegandoci qualche piena in più, succederà ai profili delle sponde, costituiti solo da sassi di granulometria varia. Nel frattempo sembra che ci siamo arresi a sistemare l’altro guado (tra le vie Pordenone e Sacile) e tutto sommato, piuttosto che buttar via ancora denaro pubblico per interventi ridicolmente inutili, meglio così.