venerdì 12 novembre 2010

Tetrapack


Dunque, oggi mi sono fatto una domanda, che condivido, e mi è venuta in mente una soluzione, che avrei piacere nello scoprire qualcuno avesse già pensato e realizzato. Quando finisco un cartone del latte, so che devo lavarlo e gettarlo. Già il colore del bidone è un'incognita. Ammetto di non aver ancora memorizzato dove vanno i materiali un po' ambigui, tipo il tetrapack. Così a naso lo getterei nel bidone giallo, ma darei una controllata alla lista prima. Ma questo vabbè è un problema mio, mettiamo che sappiamo dove gettare la spazzatura. Però bisogna anche lavarla. Secondo me una risciaquata è sufficiente, però non è che entri tanta acqua dallo stesso foro da dove esce il latte. Quindi una risciaquata leggera, deduco io. No. Secondo mia madre, il cartone bisognerebbe aprirlo completamente, rendendolo una specie di rettangolo piatto, risciaquarlo aprendo per intero un suo lato, lasciarlo sgocciolare e quindi quando è asciutto gettarlo nel bidone. Fa una bella differenza. La sua spazzatura è indubbiamente il sogno di Ambiente e Servizi, mentre la mia forse lascia un po' a desiderare, ma ho visto gente buttare scatolette di tonno che avrebbero fatto la felicità di più di un gatto. Quindi insomma, tutto sommato credo di essere abbastanza diligente. Il punto è: chi ha ragione? Come va fatta, praticamente, la raccolta? Dove vanno i tappi di bottiglia di plastica dura? E un paio di forbici rotte? I coppi di laterizio? Quanti si ricordano di separare la piccola etichetta di carta contenente l'indirizzo dalla busta di plastica trasparente che la contiene? Come faccio a smaltire l'eternit di una vecchia tettoia? Qualcuno ha pensato di scaricarlo nel parco di S.Floriano, avrà fatto confusione.
In ogni caso un adulto coscenzioso si informa quando gli capita e in qualche maniera il bidone lo trova, ma perché non insegnarlo ai bambini alle elementari per bene? Già mi immagino un tecnico di Ambiente servizi davanti ad una classe con in mano una lattina.
"Dove buttiamo la mia lattina di moretti?"
"NEL GIALLOO!"
"e il righello?"
"NEL BLUU"
"e il libro di matematica?"
"io! io! io!" e poi "nel bidoncino basso con il coperchio arancionee!"
Vabbè, potrebbe essere utile. Così almeno crescono bene, visto che per ora abbiamo un pianeta solo, sempre più sporco. E magari un bambino potrebbe spiegarmi come si deve lavare il cartone del latte. Mi dispiacerebbe venire a sapere che la percentuale di raccolta differenziata che non si può fare è causata da chi come me lava velocemente il tetrapack.

26 commenti:

  1. grazie a cecilia, che mi è stata da stimolo a scrivere qualcosa.

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  2. Prego.
    Ma cosa hai scritto di così stimolante e/o imperdibile?
    Il nulla, sottovuoto... spinto!
    Se ciò ti fa star bene... continua pure; io preferisco vivere la vita vera.
    :-)
    Cecilia

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  3. nella vita vera quando avrai scoperto come lavare il tetrapack o in che bidone buttare una lampadina fulminata scrivimi il prossimo commento, almeno per una volta non sarà un intervento inutile. :-) e non andare fuoritraccia.

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  4. Marco! Sei forte...
    Ti rispondo "per competenza", visto che acqua, spazzatura e fumi sono il mio settore professionale.
    Di ciascuna risposta, però, ti dovrò fornire due interpretazioni, perché una cosa è quello che dice la legge e una cosa è l'interesse (economico-speculativo) di chi opera sul campo.
    La legge dice: a) bisogna ridurre innanzitutto la produzione dei rifiuti; se proprio non si può fare a meno di produrre rifiuti bisogna fare sì che essi siano in qualche modo recuperabili (anche come forma di energia); la discarica deve essere l'ultima spiaggia, insomma.
    La speculazione vuole: b) più fai circolare i rifiuti (nel senso proprio che li porti a spasso e li rimaneggi inutilmente in qualche modo) e più guadagni.
    Lo devo dividere in due, perché non lo tiene tutto.
    Quindi:
    TETRAPAK
    a) fa bene tua mamma anche se bisogna distinguere: è il tetrapak con solo carta e polietilene oppure è quello che contiene anche il foglio di alluminio? Pare che sia possibile separare i due materiali del primo (ma personalmente non l'ho mai visto fare...), mentre sembra non avere soluzione il secondo.
    b) se il tetrapak è sporco, meglio, così lo si fa lavare, si creano posti di lavoro e si fa "girare l'economia". Una volta lavato, lo si tritura e lo si porta in discarica!
    TAPPI DI BOTTIGLIA DI PLASTICA DURA
    a) c'è chi li raccoglie e li rivende, per consentire l'acquisto di sedie a rotelle. Dove vadano a finire, però, non si sa. Si sa solo che le plastiche non sono miscibili tra loro né per tipo né per colore: è quindi praticamente impossibile ottenere plastica nuova, con caratteristiche meccaniche minime che ne consentano il reimpiego.
    b) la raccolta della plastica è lucrativa, perché si fanno tanti viaggi, per spostare poco peso per volta. Meglio ancora, le scatolette di tonno ancora da aprire o solo aperte, così si devono lavare, "disinchiostrare", eccetera.
    FORBICI ROTTE
    a) sarebbe opportuno separare il metallo dalla plastica e conferirli separatamente. Meglio sarebbe se qualcuno passasse a casa tua a prendersi il metallo e tu possa avviare al ciclo urbano di raccolta solo la plastica.
    b) buttare via tutto insieme, nell'indifferenziato, che poi va in un centro di selezione, dove la plastica se ne va insieme al metallo (perché si effettua solo la separazione gravimetrica) e entrambi finiscono in discarica, pagati a peso...
    COPPI DI LATERIZIO
    a) nella piazzola ecologica comunale, dove dovrebbe esserci un contenitore per i rifiuti inerti, che dovrebbero essere avviati a un centro in cui siano recuperati come materiali per rilevati, sottofondi e riempimenti (esiste da queste parti un solo centro che operi in qualità, con grandi difficoltà, perché senza legami mafiosi di vario tipo...).
    b) metterli nei rifiuti indifferenziati: fanno guadagnare, perché pesano, quindi devono andare in discarica, dopo essere passati attraverso la (inutile) selezione.

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  5. ETICHETTA DI CARTA
    a) separarla dalla busta di plastica, facendo attenzione a eliminare dalla carta qualsiasi traccia di plastica o di colla, specialmente se si tratta di colle siliconiche o resinose.
    b) buttare via tutto insieme, che poi va tutto alla selezione e infine smaltito insieme alla plastica ... (non si sa dove: in realtà nessuno ancora sa dove vadano a finire realmente le plastiche).
    ETERNIT
    a) è l'unico materiale che presenta una disciplina ben precisa per lo smaltimento. E' un po' costoso, però è fattibile e ne vale la pena. L'eternit viene poi smaltito in una discarica apposita, controllata (ce n'è una a Porcia). Queste discariche sono indubbiamente più sicure di quelle "tradizionali" per rifiuti urbani, se non altro perché è nota con precisione la tipologia del materiale smaltito e quindi è facilmente gestibile e controllabile.
    b) buttarlo a San Floriano; un domani qualcuno passerà a raccoglierlo, a bonificare l'area, eccetera: lavoro per tutti!
    IL LIBRO DI MATEMATICA
    a) Se proprio non sapete cosa farne (male!), datelo a me. Non fatene un rifiuto!
    b) buttatelo intero così com'è senza separare nemmeno la copertina: se ne andrà in un primo centro di smistamento, dove verrà imballato insieme ad altri materiali misti carta-plastica, poi andrà in un secondo centro di smaltimento, dove verrà eliminato perché ci sono anche le colle e i fili di nylon e così andrà in discarica (dopo due inutili passaggi e tanti chilometri di strada), pagato a peso...
    L'unico consiglio che mi sento di dare è: cercare il più possibile di acquistare prodotti che non abbiano imballaggio a perdere; se proprio si deve prenderlo con l'imballaggio, scegliere imballaggi che si possano riutilizzare, per lo stesso scopo o per altri scopi (io vado a fare la spesa, per esempio, chiedendo ai negozianti di mettermi il pane nel sacchetto delle volte precedenti, il pesce nelle scatole del gelato, le uova nei contenitori di carta che ho recuperato, la frutta e la verdura nelle borse di tela, i detersivi sempre nelle stesse bottiglie e così via, ovviamente, dove e quando mi è possibile - purtroppo, il sistema è quello che è).
    Prima di buttare via qualsiasi cosa, metterlo in un recipiente, perché, non si sa mai, può sempre servire qualcosa che abbia una determinata forma o consistenza, magari per riparare o costruire qualcos'altro.
    Se proprio dobbiamo disfarcene, chiediamoci se prima di farla diventare rifiuto possiamo darla a qualcun altro a cui possa servire. Vediamo se c'è qualcuno che la raccolga direttamente, senza poi portarla a spasso, ma recuperandola direttamente e facendone nuovo materiale.
    Infine, per piacere, l'ERBA: lasciatela nel prato, dopo averla tagliata: serve da nutrimento all'erba stessa del prato e si degrada e sparisce in pochissimo tempo (due giorni...).
    L'unica utilizzazione possibile dei materiali compositi carta+plastica (senza metalli) è la combustione per la produzione di energia: è inutile essere contrari agli inceneritori, ma questo lo capiremo solo quando verrà imposto, a ciascun comune, di dotarsi di una propria discarica. Dove la fareste, a Polcenigo?
    Sara Sanviti

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  6. Aggiungo:
    esiste una ditta bergamasca che in effetti ricicla plastica (non ho ben capito di quale origine) e ne fa materiali per l'edilizia. Ha perfino riprodotto i mattoncini tipo LEGO e li vende in Egitto per costruire case. In Italia non riesce a trovare mercato.
    Le case (e i mobili) di plastica saranno probabilmente una nuova frontiera, perché non si sa più dove mettere la plastica. Naturalmente, deve essere plastica di tipo uniforme, prelevata direttamente alla fonte (scarti industriali).
    Sara Sanviti

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  7. Dimenticavo...
    Per lavare il CARTONE DEL LATTE: aprirlo superiormente e allargarlo (dipende dai modelli) nella parte inferiore; far cadere al suo interno una goccia di detersivo per i piatti e riempirlo di acqua fino all'orlo. Lasciar agire per alcuni minuti e poi risciacquarlo e metterlo capovolto ad asciugare. Se si possiedono forbici robuste, aprirlo completamente (come fa la mamma di Marco) e una volta asciugato accatastarlo con la carta e i cartoni, qualora sia questa la destinazione prevista dalle disposizioni comunali. Altrimenti, informarsi presso il numero verde che dovrebbe essere stato attivato.
    Sara Sanviti

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  8. Dopo simile sapienza, chi oserà mai più scrivere sull'argomento ?

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  9. Sapienza di Sara?
    Non esageriamo... è solo nozionismo 'riciclato' (per stare in tema)!
    Cecilia

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  10. @ Cecilia: ma c'e' mai stato un momento positivo nella tua vita?

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  11. Salve, io invece non sono un esperto, ma un semplice osservatore-lettore.
    Premesso che come singoli cittadini non possiamo influire più di tanto a monte della filiera dei rifiuti, dove con l'attuale sistema si dovrebbe effettivamente intervenire per realizzare una vera riduzione degli imballaggi, mi complimento anch’io con Marco DC per aver aperto la discussione sui “rifiuto-comportamenti” dei polcenighesi. Ricordo che sull'ultimo bollettino di Ambiente & Servizi del giugno scorso (adesso vi tedio con un po’ di numeri) si confermava il dato degli anni precedenti, e cioè che il comune di Polcenigo risulta, anche per il 2009, nettamente ultimo con il 63% di rifiuto riciclato (siamo riusciti addirittura a peggiorare rispetto al 65% del 2008). I penultimi in classifica (Arzene, Morsano, Pasiano) sono molto distanti da noi con il 69%, mentre il migliore è Sesto al Reghena che arriva al 79%. La media dei 20 comuni serviti da A&S è del 73%. Ci sono comuni vicini, molto meno rurali del nostro, che riciclano sensibilmente più di noi (Fontanafredda 71%, Sacile 72%, Fiume veneto 76%).
    Per Polcenigo c'è tanta strada da fare, sicuramente con i giovani e le scuole che, da quanto mi è stato riferito, non fanno nessuna separazione in classe (inaudito!!!), ma anche con gli adulti. Sarebbe opportuno chiedere la collaborazione di A&S e periodicamente rinfrescare e rinnovare gli impegni di ognuno per migliorare la differenziazione e quindi, si spera, anche il peso complessivo della bolletta comunale. Si, perché da noi non viene applicata la tariffa e quindi non esiste una correlazione tra quanto uno produce e quanto uno paga. A volte sono sconvolto nel vedere quanto producono settimanalmente alcuni miei vicini, e penso che tutti i miei sforzi per ridurre al minimo i rifiuti, sono vanificati in bolletta dai loro bidoni straripanti.
    In un comune come il nostro, dove i cortili e i giardini non mancano, bisognerebbe sviluppare al massimo il compostaggio dell’umido, non è più accettabile veder scaricare l’erba triturata (che pesa molto!!) nel cassonetto solo perchè non si vuole destinare, in un angolo del proprio prato (ovviamente inglese) un mq per ospitare il composter, da dove tra l’altro si può ottenere dell’ottimo terriccio.
    Bisognerebbe sensibilizzare i cittadini anche a livello comunale sull’uso dell’acqua del rubinetto (la cosiddetta acqua del sindaco), che da noi non è male, per evitare le enormi quantità di bottiglie di plastica (se n’è accorta anche la COOP, vedi pubblicità della Lucianina).
    L’Assessorato all’ambiente, assieme alla relativa Commissione, potrebbero organizzare delle visite agli impianti di separazione e alle discariche di A&S, in modo che ci rendiamo conto dove finiscono i nostri rifiuti e magari prendiamo coscienza del grave problema che stiamo creando.
    Partendo da così in basso possiamo solo che migliorare!! Non è accettabile vedere il nostro comune sempre in fondo a questa classifica.
    Fabio Bidese

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  12. Sì, quando non leggo certe ca***te su certi blog...
    Ultimamente (i momenti positivi e anche i blog!) sono rari.
    Bacini
    Cecilia

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  13. Ma non sarai mica Cecilia la figlia di Alberto, il nostro blogger doc di Polcenigo?
    Perché nell'altro blog leggo un tuo intervento pacifista e non polemico come in questo... conflitto d'interessi nella bloggosfera?

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  14. Giovedì prossimo ci incontreremo Io ed i funzionari comunali) per analizzare le proposte di Ambiente e Servizi per il futuro. Poi è intenzione dell'A.C. di indire assemblee per in formare i cittadini sui probabili cambiamenti per il 2011. Niente però vieta di percorrere in parallelo anche la strada indicata da Sara. Spero si a Lei a proporre come e non, possibilmenta , attraverso un incarico professionale.

    RispondiElimina
  15. Salve, io invece non sono un esperto, ma un semplice osservatore-lettore.
    Premesso che come singoli cittadini non possiamo influire più di tanto a monte della filiera dei rifiuti, dove con l'attuale sistema si dovrebbe effettivamente intervenire per realizzare una vera riduzione degli imballaggi, mi complimento anch’io con Marco DC per aver aperto la discussione sui “rifiuto-comportamenti” dei polcenighesi. Ricordo che sull'ultimo bollettino di Ambiente & Servizi del giugno scorso (adesso vi tedio con un po’ di numeri) si confermava il dato degli anni precedenti, e cioè che il comune di Polcenigo risulta, anche per il 2009, nettamente ultimo con il 63% di rifiuto riciclato (siamo riusciti addirittura a peggiorare rispetto al 65% del 2008). I penultimi in classifica (Arzene, Morsano, Pasiano) sono molto distanti da noi con il 69%, mentre il migliore è Sesto al Reghena che arriva al 79%. La media dei 20 comuni serviti da A&S è del 73%. Ci sono comuni vicini, molto meno rurali del nostro, che riciclano sensibilmente più di noi (Fontanafredda 71%, Sacile 72%, Fiume veneto 76%).
    Per Polcenigo c'è tanta strada da fare, sicuramente con i giovani e le scuole che, da quanto mi è stato riferito, non fanno nessuna separazione in classe (inaudito!!!), ma anche con gli adulti. Sarebbe opportuno chiedere la collaborazione di A&S e periodicamente rinfrescare e rinnovare gli impegni di ognuno per migliorare la differenziazione e quindi, si spera, anche il peso complessivo della bolletta comunale. Si, perché da noi non viene applicata la tariffa e quindi non esiste una correlazione tra quanto uno produce e quanto uno paga. A volte sono sconvolto nel vedere quanto producono settimanalmente alcuni miei vicini, e penso che tutti i miei sforzi per ridurre al minimo i rifiuti, sono vanificati in bolletta dai loro bidoni straripanti.
    In un comune come il nostro, dove i cortili e i giardini non mancano, bisognerebbe sviluppare al massimo il compostaggio dell’umido, non è più accettabile veder scaricare l’erba triturata (che pesa molto!!) nel cassonetto solo perchè non si vuole destinare, in un angolo del proprio prato (ovviamente inglese) un mq per ospitare il composter, da dove tra l’altro si può ottenere dell’ottimo terriccio.
    Bisognerebbe sensibilizzare i cittadini anche a livello comunale sull’uso dell’acqua del rubinetto (la cosiddetta acqua del sindaco), che da noi non è male, per evitare le enormi quantità di bottiglie di plastica (se n’è accorta anche la COOP, vedi pubblicità della Lucianina).
    L’Assessorato all’ambiente (che vedo coinvolto nella discussione) , assieme alla relativa Commissione, potrebbero organizzare delle visite agli impianti di separazione e alle discariche di A&S, in modo che ci rendiamo conto dove finiscono i nostri rifiuti e magari prendiamo coscienza del grave problema che stiamo creando.
    Partendo da così in basso possiamo solo che migliorare!! Non è accettabile vedere il nostro comune sempre in fondo a questa classifica.
    Fabio Bidese

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  16. Vorrei precisare che le percentuali citate da Fabio Bidese non si riferiscono, purtroppo, al rifiuto "riciclato", ma al rifiuto raccolto in modo differenziato. La possibilità che venga riciclato è, in realtà, assai bassa, perché quasi tutto (almeno l'80%), dopo aver girovagato, se ne va in discarica.
    Accolgo, inoltre, l'invito di Rinnovamento a partecipare alle assemblee pubbliche, dove potrò partecipare da cittadino (anche se sono budoiese e non polcenighese) che preferisce non vedere sprechi e non essere preso per il naso. Non potrò, naturalmente, partecipare da esperto (nel senso di fornire delle soluzioni), perché in tal caso sarebbe un mio preciso obbligo, dettato dal codice deontologico oltre che dal Codice civile, quello di assumere un incarico adeguatamente remunerato.
    Inizio comunque subito col proporre la rintracciabilità dei rifiuti (anche se a breve diventerà obbligatoria, perché dovranno essere seguiti col satellite - ma chissà quando, in Italia) e imporre all'azienda che effettua il servizio un obbligo di minimo riutilizzo o riciclo, documentato e certificato. Inoltre, consentire a chiunque di poter "seguire" anche fisicamente il proprio rifiuto, per vedere dove effettivamente va a finire: in sostanza, imporre l'applicazione del protocollo ISO 26000, sulla perfetta trasparenza del servizio e assunzione di responsabilità da parte di chi lo effettua.
    Sara Sanviti

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  17. Richiedere l'elenco della aziende alle quali i rifiuti vengono conferiti e la percentuale effettiva di riciclaggio (al netto degli scarti) sarebbe un passo verso una maggiore trasparenza e aiuterebbe a responsabilizzare i cittadini. Ben venga una certificazione ambientale in tal senso.

    Soluzione al problema rifiuti? Non produrne e boicottare i prodotti "tanto imballaggio e poca sostanza".

    Per ciò che riguarda il Tetrapack, aprirlo e dagli una sciacquata sotto al rubinetto penso sia sufficiente: in fin dei conti contiene latte, non lasagne al forno. Farlo asciugare è una buona idea. L'esito è facilmente controllabile: se il bidone dopo alcuni giorni puzza allora devi sciacquare meglio ;)

    (offtopic)
    Davvero il codice deontologico dell'ingegnere vieta di assumere incarichi non remunerati?

    "4.2 L'ingegnere può fornire prestazioni professionali a titolo gratuito solo in casi particolari quando sussistano valide motivazioni ideali ed umanitarie."

    Aiutare la collettività a risolvere il problema dei rifiuti credo possa configurarsi come intervento per il quale sussistano "valide motivazioni ideali".

    Non voglio essere polemico, ma se se partecipo ad un'assemblea pubblica in tema di rifiuti credo di poter dare in libertà dei pareri da esperto, anche di carattere tecnico. Se così non fosse il codice avrebbe molto di deontologico ma ben poco di etico.
    (/offtopic)

    Mauro

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  18. Premesso che l'art.2233, secondo comma, del Codice civile stabilisce che «la misura del compenso deve essere adeguata all'importanza dell'opera e al decoro della professione» e che ii paragrafo 4.4 del Codice deontologico degli ingegneri stabilisce che «costituisce illecito disciplinare (oltre che nullità parziale del contratto) la violazione dell'art. 2233 c.c., secondo comma», Mauro cita il punto 4.2 delle norme di attuazione del Codice deontologico, riferito a casi particolari quando sussistano «valide motivazioni ideali e umanitarie».
    Orbene, è ovvio che in caso di catastrofe naturale si può intervenire, in mancanza di soldi, per fronteggiare delle situazioni di emergenza: questo sarebbe un motivo "umanitario" e immagino che anche Mauro sarebbe d'accordo.
    Per quanto concerne le motivazioni ideali, occorre stare attenti, perché se io scelgo di offrire una prestazione gratuita, devo anche cercare evitare che sia intrapresa un'azione disciplinare nei miei confronti, per violazione dell'articolo 2233 del Codice civile: devo essere cioè spinta da un ideale forte, in cui credo veramente. Questo per dire che la motivazione ideale viene stabilita dal progettista e non dal committente, tanto per chiarire una prima questione.
    L'altra questione è che, come ha detto Mauro, l'unico modo per risolvere il problema dei rifiuti è non produrne e non esiste intervento ingegneristico che possa convincere la collettività ad agire in un certo modo piuttosto che in un altro. Esiste invece la possibilità che un ingegnere suggerisca quale soluzione potrebbe essere la più adatta a gestire il flusso di rifiuti che proprio non si riesce a non produrre: questo, però, non è un principio ideale, ma un aspetto puramente tecnico e come tale va retribuito.
    Non esistendo più i minimi tariffari, l'accordo economico potrebbe concretizzarsi nell'accettare un compenso, come cita il Codice civile, «adeguato all'importanza dell'opera», vale a dire a quanto un Comune si sente di poter spendere, in base al carattere di priorità attribuito all'opera medesima e alla disponibilità finanziaria (dopo aver fatto fronte alle priorità maggiori).
    Il lavoro nobilita l'uomo, quando è retribuito, perché anche la pancia di qualcosa ha pur bisogno e nessuno ti regala il cibo (provate a uscire da un supermercato, senza aver prima pagato). E' sempre giusto guadagnare, mentre non è giusto arricchirsi: non si può sempre e per forza confondere guadagno con arricchimento, perché il secondo è superfluo, ma il primo è necessario.
    Sara Sanviti

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  19. Grazie per la precisazione. È chiaro che non di soli ideali vive l'uomo (in proposito, ma siamo decisamente off-topic segnalo "The surprising truth about what motivates us", un video che ho trovato illuminante sul tema lavoro e giusto compenso).

    Infine volendo essere almeno un po' ottimista in tema riciclo (e per convincermi che quando faccio la differenziata non sto solo perdendo tempo):

    1. In Austria per il Tetrapack c'è un servizio di raccolta dedicato e pare che i cartoni vengano effettivamente avviati ad una cartiera austriaca. Il processo di separazione della cellulosa dal polietilene e dall'alluminio esiste, quanto sia energeticamente conveniente non lo so.

    2. La plastica delle bottiglie può tecnicamente recuperata in buone percentuali, anche se il processo è abbastanza complesso (qui un video relativo ad un impianto, anch'esso austriaco, che se non ho capito male ottiene PET idoneo ad essere riutilizzato per usi alimentari).

    3. Per i metalli credo sia effettivamente conveniente il riciclo. Per la carta penso valga un discorso analogo (almeno da quanto ricordo da una visita ad una cartiera, dove ho potuto vedere cosa vuol dire estrarre la cellulosa da un un tronco).

    Ciò che mi lascia sempre un po' perplesso è che spesso chi produce le bevande (o le bottiglie) è anche proprietario dell'azienda che le ricicla (come per il link che ho postato), per cui viene da pensare che chi sceglie l'usa e getta ci guadagna due volte.

    Infine trovo ancora carente un po' ovunque, almeno a livello di informazione, è la gestione dei rifiuti speciali, come apparecchiature elettroniche (dove lo buttate il cellulare rotto? e la lampada a fluorescenza?) che spesso e volentieri finiscono nell'indifferenziato ma andrebbero raccolte a parte.

    Mauro

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  20. Mamma mia, ma quanto scrivete!
    Questo post si potrebbe chiamare 'MegaPacco' di cavolate...
    Cecilia

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  21. Il Comune ha l'obbligo di raccogliere anche i rifiuti pericolosi, oltre a quelli ingombranti, purché siano considerati "urbani". Il telefono cellulare, ma qualsiasi apparecchio o dispositivo elettrico o elettronico (quei rifiuti indicati con il simbolo RAEE-rifiuti di apparecchiature elettriche o elettroniche) deve essere portato presso la piazzola comunale, che ha il dovere di riceverlo e di raccoglierlo separatamente.
    Ciò che ha riportato Mauro, con il suo importante contributo, si riferisce purtroppo ai "soliti" casi virtuosi, ma non italiani. Sarebbe interessante sapere se gli sforzi compiuti dagli austriaci siano finalizzati a risolvere un problema locale oppure se siano in grado di creare un vero e proprio circuito economico virtuoso, tale da richiedere di essere alimentato anche con i rifiuti italiani. Al momento, rimane il fatto che il cittadino italiano, cui spetta il compito di pagare la raccolta differenziata dei rifiuti (attraverso il contributo al CONAI, che si paga al momento dell'acquisto del bene) e di pagare lo smaltimento finale (di quell'80% che alla fine viene smaltito e non recuperato), non è dato sapere quale sia il reale percorso dei rifiuti che produce. E' forse anche per questo che non si vuole passare al sistema tariffario, perché forse obbligherebbe ad una maggiore trasparenza...
    Ringrazio Mauro per la sua partecipazione (informata e competente) sull'argomento. Il problema è grosso, perché, non lo dimentichiamo, alimenta speculazioni di ogni tipo fatte a nostro danno (ecomafia).
    Sara Sanviti

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  22. Ultima precisazione: quello che è dato ai cittadini di conoscere, attraverso l'unica fonte ufficiale italiana esistente (ISPRA), a proposito dei rifiuti, è quanto riportato nell'annuario che si trova al seguente indirizzo:
    http://annuario.apat.it/capitoli/Ver_7/versione_integrale/10_Rifiuti.pdf

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  23. Direi di dividere il "problema" in due parti ben separate ;
    1) l'A.C. incontrerà Ambiente e servizi giovedì 25 e discuterà ed accetterà o meno alcune proposte che vi riassumo per brevi capi :
    a) passaggio da tassa a tariffa con fatturazione a carico loro
    b) plastica + lattine (contenitore azzurro) esporre al ritiro il sacchetto e non il contenitore che resta a fare da supporto - Così si dovrebbe risparmiare (vedremo come e chi)
    c) raccolta del verde porta a porta ed a chiamata ed a pagamento.
    d) proposta di loro gestione per nuova piazzola ecologica.
    e) pannolini riciclabili
    f) raccolta del secco (contenitore giallo) da settimanale a quindicinale
    g) utilizzo di sacchetti dedicati alla raccolta di pannolini e pannoloni
    h) adesione a manifestazioni ecocompatibili con l'uso di stoviglie biodegradabili.
    Attendo con piacere vs. suggerimenti.
    2) per la parte chiamamola "filosofica" trovatevi tra voi e traducete in concetti praticiche poi mi impegno ad esaminare.

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  24. Mi scuso, ma devo dividerlo in due parti...
    Intanto un doveroso "grazie" a Rinnovamento, per la sua disponibilità a dialogare sulle materie della gestione comunale (e di interesse collettivo): dovrebbe essere sempre così, ma purtroppo non accade che di rado, per questo va il mio ringraziamento.
    Scorrendo l'elenco punto per punto, le considerazioni che mi sento di fare sono le seguenti:
    a) organizzare un sistema per il quale la modulazione della tariffa sia tale che la parte variabile sia ben correlata alla produzione del rifiuto indifferenziato, in modo da incentivare la riduzione del rifiuto stesso; va bene la gestione della fatturazione da parte di A&S, ma il Comune si riservi il potere decisionale sulla quantificazione della tariffa (senza farsi influenzare dai "piagnistei" della ditta) e il potere di effettuare controlli riguardo alla sua corretta applicazione (affinché nonn la applichino a modo "loro"); ATTENZIONE: il sistema tariffario funziona se il COmune è dotato di una propria pesa pubblica, mediante la quale verificare i quantitativi effettivamente raccolti!);
    b) raccogliere insieme plastica e lattine è funzionale al tipo di separazione che poi si fa in stabilimento (c'è un elettromagnete che separa subito il ferro e poi c'è un nastro che corre su un piano inclinato, in modo da lanciare gli oggetti, che poi cadono a distanze diverse: il metallo più vicino e la plastica più lontano). Quello che mi sento di suggerire a qualsiasi amministrazione è di affidare (magari a un disoccupato oppure lo faccia il Comune stesso) la raccolta dei metalli (ferro e alluminio), affinché siano consegnati direttamente ai recuperatori: si risparmierebbe sullo smaltimento (perché i materiali raccolti in questo modo sono di qualità migliore) e si potrebbe guadagnare qualcosa dalla vendita; si pagherebbe poco per la loro raccolta (minori percorsi e rimborso da parte del CONAI);
    c) sulla raccolta del verde a pagamento, mi auguro che il prezzo sia elevato, perché portare il verde in discarica o disperderlo sulle piste da sci è un delitto, perché il verde è nutrimento per le piante;

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  25. d) gestione della piazzola ecologica: lo ripeto anche se su questo sono già stata derisa (in un'altra sede), che la responsabilità di gestire una piazzola ecologica deve essere affidata a un laureato (scienze ambientali, ingegneria, biologia, chimica o "equipollenti") e a una persona con spiccate doti dirigenziali, perché i materiali presenti sono innanzitutto miscele sconosciute e in parte sono anche pericolosi; se vuole gestirla A&S, faccia pure, ma le modalità di gestione le deve stabilire il Comune (e non su suggerimento del laureato che gestisce la piazzola, perché lui ha compiti che riguardano la gestione: al massimo, può suggerire qualcosa e poi bisogna verificare se quel qualcosa sia effettivamente nell'interesse della collettività e non di A&S);
    e) non capisco cosa si intenda; il problema della gestione dei pannolini e delle lettiere dei gatti non ha ancora trovato soluzione (ho equiparato le due cose, perché in entrambi i casi si tratta di supporti più o meno artificiali, su cui si depositano sostanze biodegradabili: occorrerebbe, prima di smaltirli, sottoporli a ossidazione, per stabilizzarli: insomma andrebbero gestiti a parte e, soprattutto, raccolti con veicoli dotati di comparto frigorifero); ma forse questo riguarda il punto g) dell'elenco;
    f) condivido di ridurre la frequenza della raccolta del secco non riciclabile anche se mi vengono in mente famiglie che riescono ancora oggi a produrre 250 litri al giorno di rifiuti: ecco perché sarebbe utile una tariffazione che davvero penalizzi questi comportamenti;
    h) adesione di A&S? col cavolo! Spero proprio di no: che non sia per poi inserirlo tra quella carta straccia che hanno il coraggio di chiamare "bilancio di sostenibilità!... Via, via: tutte le manifestazioni dovranno essere il più possibile ecocompatibili, su decisione dell'A.C. e basta! Le stoviglie biodegradabili si vendono anche al LIDL...
    Un po' di filosofia però non guasta: dimostri il Comune di avere veramente interesse per la Comunità che rappresenta e non per gli affari di A&S! A&S dovrà essere un mero esecutore degli ordini che darà il Comune, al prezzo che stabilirà il Comune, nell'interesse dei cittadini e, magari, di avere delle entrate supplementari da un servizio reso in modo efficace e non da utili di partecipazione aziendale.

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  26. Buongiorno, Vi allego il testo in esame alla Commissione Ambiente per la TARSU 2011 :

    Per la Commissione Ambiente.

    TARSU anno 2011 – raccolta differenziata rifiuti

    Per l’anno 2011 i cambiamenti previsti sono i seguenti .


    RACCOLTA DIFFERENZIATA e TARIFFA
    1) possibilita di usufruire della raccolta del verde porta a porta. Il cittadino deve telefonare ad Ambiente e Servizi al numero 0434 842222 e concordare il ritiro : in linea di massima il mercoledì , giorno del ritiro degli ingombranti . Costo del Servizio 10 € a ritiro che vengono addebitati in bolletta.
    2) Nessuna variazioni tariffarie in aumento
    3) Verrano distribuiti sul territorio 10 cassonetti per il rifiuto non riciclabile, con chiave da fornire su richiesta ai cittadini non residenti che passano i fine settimana a Polcenigo.
    4) Le Associazioni che preparano cibi e bevande dovranno usare posate biocompatibili.


    REGOLAMENTI
    5) Si introdurranno forti sanzioni economiche a chi abbandona i rifiuti. A tale scopo verrà inserita nel Regolamento la dicitura “conferimento sbagliato” per poter elevare le sanzioni.
    6) Per evitare i conferimenti sbagliati in zona Artugna, il Sindaco emetterà una ordinanza per consentire l’attraversamento del torrente Artugna solo ai veicoli dei proprietari dei fondi agricoli antistanti.
    7) Divieto di transito per gli altri veicoli a motore (moto da cross -fuoristrada od altri mezzi), con possibilità di elevare sanzioni ai trasgressori.
    8) Si conferma la raccolta amianto effettuata su chiamata da Ambiente e Servizi che consegnerà un kit costituito da maschera, tuta e guanti e vernice per la stabilizzazione dell’eternit.
    Gli oggetti così trattati verranno ritirati poi da parte della ditta

    Per l’anno 2012
    9) Dopo la realizzazione della Ecopiazzola (entro anno 2011 ) si potranno adottare altre variazioni :
    10) – affidamento gestione ad Ambiente e Servizi, recuperando gli operai che attualmente vi sono impegnati.
    11) – controllo accurato sui conferimenti in piazzola ecologica
    12) – passaggio da TARSU ( tassa in funzione delle persone e dei mq ) a TIA (tariffa in funzione del numero dei ritiri ) anche se resta da definire il discorso IVA al 10% che graverebbe sulla TIA.
    13) S i potrà comunque modificare in parte la tariffa attuale, inserendo una percentuale di lettura/conferimenti. L’operazione è complessa per cui andrà fatta da A&S con la gestione tariffaria.
    G. De Val

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