Il sito neolitico del Palù, simbolo dell'apogeo del Comune di Polcenigo che dal termine di quell'era è entrato in crisi, entra di diritto nel patrimonio dell'umanità sotto la voce "Antichi insediamenti nelle Alpi". Per chi se lo fosse perso, ecco l'articolo del Messaggero
CANEVA. Un’altra bella notizia per la cultura, la storia e il turismo del Friuli Venezia Giulia: dopo Cividale (con la rete Italia langobardorum), anche il Palù di Livenza è entrato ieri a far parte delpatrimonio dell’umanità dell’Uncesco. Il sito paleolitico, che si estende per un totale di circa 80 ettari sui territori comunali di Caneva (75% della superficie totale) e Polcenigo (25%), era stato inserito in un progetto seriale comprendente siti simili in tutto l’arco alpino dalla Francia alla Slovenia, passando per la Svizzera, la Germania, l’Austria e altre località italiane.Il Palù del Livenza, scoperto ancora nell’Ottocento, è il più antico dell’Italia settentrionale, risalendo il reperto più datato al 5400 avanti Cristo. A Caneva, la cui amministrazione comunale in particolare ha creduto nel progetto Unesco, c’è una cauta euforia per la battaglia vinta: «È una grande soddisfazione, ma dobbiamo prima esaminare le carte - ha detto Giovanni Coan, consigliere delegato al turismo che ha seguito in prima persona le varie fasi dell’iter di riconoscimento -. Con l’inserimento nel patrimonio Unesco si aprono prospettive nuove: è l’inizio di un lavoro sul quale potremo costruire il turismo indotto. Inizia una nuova stagione per l’intero territorio, una stagione di concertazione con gli altri siti seriali europei e con le istituzioni. Il primo passo che faremo sarà di convocare un tavolo alla presenza dei rappresentanti dei Comuni di Caneva e di Polcenigo, la Regione, la Provincia, il Museo friulano occidentale di Torre e il Ministero dei beni culturali».C’è speranza a Caneva, dove hanno costituito il consorzio del figo moro per tutelare l’antico e diffuso frutto e dove si producono vini e olio pregiati, per le potenzialità che il marchio Unesco offre, anche in chiave economica, alle aree meno prospere dell’Alto Livenza. (g.b.)
Non viene nominato il ruolo del GrAPo, se n'era parlato un po' qua e lo ringraziamo nuovamente per l'impegno e la passione profusi. Speriamo ora l'Unesco abbia la disponibilità d'investire risorse per gli scavi e le strutture necessarie alla creazione di un parco archeologico, che sarebbe tra l'altro dirimpettaio dell'europarco di S.Floriano e a questo agevolmente collegato da un bellissimo ponte. Ah... no.